martedì, marzo 06, 2007

VOGLIO USCIRE DI CASA!!!

Uffa...Uffa e ancora uffa... questo è il quarto giorno che passo in casa in reclusione forzata!!!
Eh già... anch'io sono stata colta all'improvviso da quella simpaticona dell'influenza...
Tra l'altro, dico io, quella maleducata poteva aspettare e venire a farmi visita in un altro momento??
No, puntuale come un orologio svizzero, è arrivata proprio nel giorno più bello della settimana(beh, insomma, non sempre!!!)...il sabato!!! Ho così passato un week-end in isolamento, la domenica stavo un pò meglio e, invece, era solo un'apparenza...già, perchè il lunedì mattina stavo di nuovo male e così sono stata ancora a casa ieri e oggi. Ora la febbre se n'è andata, però mi ha lasciato alcuni residui, tra cui il fatto di sentirsi molle come un fico maturo e schiacciato...
Io non sono abituata a stare tanto in casa perchè ho sempre qualcosa da fare e tra ieri e oggi mi sono veramente annoiata...
Ieri dalla noia mi sono spuntate due strane appendici tipicamente maschili nella zona "intima", però c'è di positivo che oggi, giornata noiosa come ieri, queste due appendici mi stanno cadendo, quindi da domani sarò di nuovo come al solito, e pronta per ripartire per la settimana, ormai breve... in attesa di un week-end un pò più divertente dello scorso e, soprattutto, senza visite indesiderate!!!
PERSONE DIMENTICATE, MA COME NOI
(A VOLTE MEGLIO DI NOI)...

Per favore, prima di leggere questo post, leggete le parole della canzone che ha vinto il Festival di Sanremo (nel post sottostante)...
Sono parole, secondo me, bellissime, parole dedicate a persone troppo spesso dimenticate, sole, di cui si ha paura, che tutti noi consideriamo diverse; è vero, sono persone diverse da noi, sono persone malate, una malattia che spesso non può guarire perchè è frutto di un insieme di esperienze, di ricordi e, molto spesso, di tragedie che hanno dovuto affrontare nella loro vita e che ha dato come risultato una malattia, nella maggior parte dei casi come reazione a qualcosa di sbagliato o di ingiusto che hanno subito, e come rifiuto di una vita che non volevano vivere e che non era giusto vivere in quel modo.
Persone rifiutate da tutti, ma quel che fa più male, da amici, parenti, genitori, figli e coniugi, che magari pensano che non serva nemmeno fare loro una visita perchè tanto non capiscono...
Questo non è vero, io ne parlo conoscendo abbastanza bene questo mondo di "invisibili", di "sbagliati", di "diversi", in quanto ho la fortuna e, insieme, la responsabiltà, di lavorare per loro, per cercare di rendere la loro vita più normale possibile...
Nell'Istituto dove lavoro vi sono ricoverati di tutte le età, dai 35 anni ai 92, più o meno, alcuni con disturbi psichiatrici molto gravi, altri meno, ma nei loro occhi leggo tutti i giorni la stessa cosa, la stessa richiesta di ascolto e di aiuto, la preghiera di non lasciarli soli, la gratitudine quando fai qualcosa per loro , che sia anche semplicemente comprare per loro un accendino per poter fumare, regalare una caramella stando attenti che non abbiano il diabete (se no chi la sente l'Infermiera!) o spedire una lettera per un loro parente, che chissà se verrà letta o tornerà utile per accendere il camino...
Per non parlare di quando faccio la commissione per qualcuno e compro una scheda del telefono...per alcuni di loro l'unico mezzo di comunicazione con l'esterno, l'unico modo attaverso il quale poter contattare un loro amico, la loro mamma o il proprio figlio, per sapere se al di là del loro mondo, nel mondo delle persone "giuste", nel quale fino a poco tempo prima magari vivevano pure loro, tutto prosegue bene e va per il meglio...
Ricordo ancora con sorriso un giorno in cui sono andata al lavoro un pò giù, non avevo molta voglia di lavorare quella mattina, e la prima persona che ho visto è stata una signora molto carina e gentile... mi ha visto arrivare da lontano, mi si è avvicinata in fretta e mi ha detto: "Ora che ti ho visto e so che oggi ci sei tu, sto meglio..." Beh, quella frase detta con il cuore, da una persona "invisibile", mentre io stavo facendo passare il cartellino nel bollatore, mi ha cambiato la giornata e mi ha dato energia e voglia di fare... ma come questo ci sono altri mille episodi che potrei raccontare, come la mamma che non si ricordava più nulla dei suoi due figli e che quando li ha rivisti dopo parecchi anni, faceva fatica a credere che quei due gioielli fossero i suoi ed ha passato mesi e mesi a dire di non credere di avere due figli così belli e così grandi, ormai, e si rammarica ancora oggi di non averli potuti crescere come voleva e di non aver potuto dare loro un appoggio e un aiuto nei momenti difficili dell'adolescenza...
Io, nel mio piccolo, cerco di aiutare queste persone, anche se so che non posso sostituirmi all'affetto di un familiare che molte volte non c'è o si dimentica di loro, ma cerco in ogni modo di portare loro una piccola gioia o un sorriso, non solo cercando di migliorare la qualità della loro vita con il mio specifico lavoro, ma soprattutto, ascoltandoli e dando loro un appoggio o, se hanno bisogno, un momento di sfogo, perchè è questo quello di cui più hanno necesità, un contatto umano, una carezza, per non sentirsi più tremendamente soli e diversi.
Insomma, storie di tutti i tipi, momenti belli e più spensierati, e momenti più tristi, perchè nel mondo parallelo di queste persone "sbagliate" si vive esattamente come nel nostro...parentesi di gioa, parentesi difficili, parentesi tristi... persone come noi, che sicuramente in passato sono state come noi, ma più fragili e che non hanno avuto la forza per reagire o non hanno avuto la presenza di qualcuno al loro fianco che li sosteneva sussurandogli dolcemente: "Ce la puoi fare..." .
E resto del parere che tanti ce l'avrebbero fatta, senza doversi rifugiare in un mondo a parte per dimenticare quel mondo crudele che li faceva sentire soli e disperati...

lunedì, marzo 05, 2007

TI REGALERO' UNA ROSA...


Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare

Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare



  • Simone Cristicchi, Festival di Sanremo 2007